10 Feb I capi icona in seta
La seta nella moda: 3 capi icona
La seta è strettamente legata alla storia della moda. Celebri maison e aziende storiche con la seta hanno creato e dato vita a capi d’abbigliamento iconici, che dal passato sono arrivati fino a oggi immutati nella loro preziosità e riconoscibilità. I capi stessi hanno contribuito al successo delle case di moda, diventandone i loro simboli e interpretandone i loro valori.
I foulard evergreen di Hermès
Il foulard come fazzoletto da collo è il capo che più di ogni altro viene associato alla seta. Su ispirazione di quello usato dai soldati di Napoleone, il foulard iniziò ad essere adottato alla fine del Settecento dalla classe operaia e borghese come segno distintivo del proprio status sociale. Ma fu solo nel 1937 che diventò un vero e proprio accessorio di lusso: Émile Maurice Hermès, capostipite della terza generazione, e il socio-genero Robert Dumas crearono il primo carré Hermès 90×90 “Jeu des Omnibus et Dames Blanches” per le signore di Parigi. Carrozze, cavalli, imprese militari e grandi avvenimenti storici caratterizzavano le stampe dei foulard, che la seta rendeva, e ancora rende, preziosi accessori di moda e di arte.
Una sciarpa di seta turchese, elegantemente lunga e stretta;
così delicatamente percorsa da un volo di pallide farfalle d’oro e d’argento
che a contemplarla sembra di perdersi in un sogno.
(Joyce Carol Oates)
Le cravatte della tradizione italiana
Già nella metà del Seicento, Luigi XIV iniziò a indossare cravatte di pizzo che diventarono un accessorio di moda tra la nobiltà francese, istituendo nel 1661 la carica di Cravattaio del Re per scegliere e annodare le cravatte del sovrano. Ma la cravatta in seta, con la forma simile a quella di oggi, si diffuse come variante e variazione del fazzoletto da collo tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento.
Da nord a sud, l’Italia può vantare una lunga esperienza e tradizione nell’arte della cravatteria: Como, conosciuta anche come la “città della seta”, e il suo distretto tessile sono famosi in tutto il mondo per la lavorazione e il confezionamento di cravatte; a Napoli la bottega dei Marinella ha contribuito a diffondere la sartoria italiana fin dai primi anni del XX secolo. La bottega di Eugenio Marinella, che inizialmente realizzava camicie, passò a confezionare quasi esclusivamente cravatte in pregiata seta inglese, proprio perché il suo fondatore intuì le potenzialità di questo accessorio, da secoli indiscusso simbolo di eleganza.
La cravatta, è l’uomo; è attraverso di essa che l’uomo si rivela e manifesta.
Per conoscere un uomo, è sufficiente un colpo d’occhio
su questa parte di lui che unisce la testa al petto.
(Honoré de Balzac)
La camicia bianca di Dior
Passano gli anni e cambiano le mode, ma la camicia bianca rimane uno dei simboli per eccellenza dell’eleganza, sia maschile che femminile. Fu Coco Chanel, negli anni Venti, a rivoluzionare la moda liberando le donne da corsetti e lacci per sostituirli con camicie bianche e bottoni. Fu Christian Dior, dopo la Seconda Guerra Mondiale, a proporre la camicia bianca in organza di seta, un capo molto prezioso indossato dalle star di Hollywood.
La camicia bianca era e rimane un mito intramontabile, tanto che nel 2015, a Milano, una mostra intitolata “La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré” celebra, attraverso l’esposizione di 27 camicie bianche, uno degli stilisti italiani che ha contribuito a renderla un’icona di stile nel mondo.
Poi arriva a una cena una donna con un pantalone nero da smoking
e una camicia di seta bianca, un classico perfetto, e la noti.
È elegante.
(Franca Sozzani)
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