Il filo che unisce seta e tecnologia

Il binomio seta-tecnologia potrebbe sembrare forzato, invece seta e tecnologia sono legate da un filo sottile ma resistente in diversi ambiti e applicazioni. Nel mondo delle fibre tessili naturali, la seta è protagonista del futuro per il suo impiego in settori tecnologicamente avanzati e sempre più proiettati alla sostenibilità, come medicina, elettronica e architettura.

Processi automatizzati e sostenibili per la produzione della seta

Potenziali nuove tecnologie vengono applicate al processo di produzione della seta stessa: oltre a macchinari che nel corso degli anni e dei secoli hanno ridotto i tempi di lavorazione, oggi automazioni all’avanguardia permettono processi produttivi sostenibili.

Realtà innovative e recenti, come Tecnoseta, in cui il legame tra seta e tecnologia è evidente già nel naming, impiegano sistemi avanzati 4.0 e puntano “sull’automazione dei processi produttivi, in particolare sulla digitalizzazione della fasi di lavorazione dei bozzoli, chiave per il rilancio della manifattura serica in Italia”.

Dalla seta lo sviluppo di tecnologie green

La tecnologia permette anche di studiare la composizione delle fibre per sviluppare metodi produttivi sostenibili. In un articolo di Forbes, viene descritto il caso Chanel: tra il 2018 e il 2019, la celebre maison di moda ha rilevato una quota di minoranza della startup americana Evolved by Nature, che dal 2013 brevetta combinazioni molecolari della proteina di seta naturale. La partnership ha come scopo l’impiego della tecnologia rigenerativa Activated Silk, ricavata da bozzoli di bachi da seta scartati, per sostituire nel settore tessile le sostanze chimiche e ottenere materiali performanti ma sostenibili.

La seta come materiale hi-tech

La seta è una fibra naturale e da anni è al centro dell’attenzione della comunità scientifica per ricavare nuovi materiali biocompatibili, biodegradabili e versatili che possono trovare applicazione anche in ambito medicale. Dallo studio dei bozzoli dei bachi da seta, Fiorenzo Omenetto, ricercatore italiano tra i massimi esperti mondiali di seta, porta avanti negli Stati Uniti l’obiettivo di utilizzare le proteine della seta per ricavarne altri materiali sostenibili, completamente naturali e multifunzionali.

Su Nòva, il supplemento del Sole 24 Ore dedicato ai temi della ricerca e dell’innovazione, un articolo descrive e ripercorre attraverso le parole dello scienziato, i primi studi che lo hanno reso celebre in tutto il mondo: partendo dalla forma solida del bozzolo, la proteina della seta viene riportata ad una forma liquida per essere trasformata in nuovi materiali naturali.

Fonte: ted.com

Durante il suo intervento al TED del 2011, il prof. Omenetto ha descritto la seta “un materiale antico e al contempo nuovo, che continua a stupirci e che ci potrebbe far guardare in modo diverso alla scienza dei materiali e all’alta tecnologia”.

Il filo che lega seta e tecnologia è destinato a non spezzarsi, ma a diventare ogni giorno più forte e resistente per il bene del nostro pianeta e del nostro futuro.

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